QUOTIDIANO: dalla terra allo straccio.



Dopo aver scelto un’arancia e averla sbucciata, si potrebbero intraprendere due strade per far arte contemporanea con quel frutto: mostrare direttamente gli spicchi nudi o mettere in una teca solo la scorza.
Metaforicamente, il caso dell’arancia incarna da un lato l’operare di Pascali con il suo metrocuboditerra, dall’altro quello del Pistoletto con la sua orchestradistracci, entrambi tentativi di liberazione dagli orpelli, investendo di luce artistica “prodotti” – più o meno raffinati- del viver quotidiano.





Nell’opera di Michelangelo Pistoletto, si vuole recuperare il significato primitivo dello straccio, come materiale vissuto nel rapporto diretto con la vita quotidiana e percepito nella sua forma originaria, aldilà del più consueto valore e uso consumistico.
L’artisticità degli stracci si cela proprio nel loro essere materiale povero che vive per le strade e che quindi si nutre di vita, ma allo stesso tempo nel loro essere elemento filtro tra uomo-spazio.
Un esperimento artistico: accumulare per sottolinearne il valore o accumulare per denunciare e smaltire “la scorza”? Quel che resta dell’interrogativo è un insolito tavolo-non-tavolo, un non-luogo aggregativo di menti che, nella comprensione dell’orchestradistracci, si trovano a contatto con la parte più intima del loro essere umano. 







L'opera di Pascali, un semplice parallelepipedo rivestito di terra e appeso a una parete, non vuole essere la rappresentazione della terra come elemento della natura, ma piuttosto la scoperta di essa come elemento della nostra più remota quotidianità, attraverso la privazione di ogni sua "maschera" (campo arato, suolo spianato, etc...), spogliata e denudata dal tabù della sua banalità, fino a farne percepire l'essenza come nucleo fondante.
Pascali opera cosi una ri-costruzione della natura: riduce la terra all'archetipo della materia originaria e la informa nella strutture primarie della geometria, quasi facendosi scultore dell'essenzialità.
La quotidianità è ribaltata nell'atto della sospensione del cubo sulla parete, che fa acquisire all'opera un'accezione surreale: quella non è più la terra su cui normalmente e banalmente camminiamo, ma è terra-concetto, leggera seppur nella estrema materialità, che si collega intellettualmente con "me". Diventa un esperienza conoscitiva, un'indagine sull'esistenza.



Written by
GIUSEPPE BINI (Orchestra di Stracci, M.Pistoletto)
SARA BIANCO (Un metrocubo di terra, P. Pascali)

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